Agricoltura lombarda cresce nel 2021, ma redditività a rischio

“Le imprese agricole lombarde nel 2021 hanno raggiunto traguardi importanti con una crescita a due cifre – dichiara Gian Domenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia -. L’incremento dei costi però è diventato quasi insostenibile nella seconda parte dell’anno”. Secondo l’indagine congiunturale e le prime stime dell’annata agraria 2021 di Regione Lombardia e Unioncamere per l’agroalimentare lombardo nel 2021 si stima un incremento del valore della produzione di oltre il 10% rispetto al 2020. Anche l’export ha fornito una spinta importante, con una variazione nei primi nove mesi del 2021 pari al +10,9%, consentendo agli scambi di raggiungere un nuovo massimo storico. Cresce però anche la preoccupazione degli imprenditori per la crescita dei costi. I rincari infatti hanno colpito tutti i settori agricoli, soprattutto gli allevamenti, che hanno visto una progressiva erosione dei margini di redditività.

L’aumento dei costi produttivi preoccupa gli imprenditori 

Ai risultati positivi nel 2021 ha corrisposto un aumento percentuale superiore del valore dei consumi intermedi tra il +12,3% e il +12,5%, risultante da un limitato incremento quantitativo e da un rilevante incremento dei prezzi.  L’indagine congiunturale conferma poi una dinamica positiva del fatturato. Tutti gli intervistati da Unioncamere hanno però manifestato forte preoccupazione per la crescita dei costi produttivi, iniziata nel primo semestre 2021 con le commodities cerealicole, e divenuta particolarmente rilevante nella seconda parte dell’anno, con incrementi dei prezzi di petrolio ed energia, seguiti dai rincari degli imballaggi. L’indice relativo ai costi produttivi rilevato nell’indagine ha infatti raggiunto nel quarto trimestre il massimo della serie storica.

La diversa evoluzione di prezzi genera differenze tra i settori

Nonostante ciò, le valutazioni sull’andamento degli affari sono prevalentemente positive, grazie alla crescita delle quotazioni dei principali prodotti agroalimentari lombardi, anche se la diversa evoluzione di prezzi e costi ha generato differenze importanti tra un settore e l’altro. In particolare, i cereali hanno beneficiato di quotazioni record, il vino ha mostrato un deciso miglioramento dopo la crisi del 2020, il comparto lattiero-caseario e le carni sono stati favoriti dalla dinamica delle quotazioni, a seguito del calo di alcune importanti produzioni estere. Tuttavia sono gli allevamenti ad aver risentito in misura maggiore della crescita dei costi, soprattutto suinicoltura e avicoltura, trattandosi di sistemi produttivi ad alto consumo di energia e mais nella razione degli animali.

Le difficoltà del settore lattiero-caseario

Il settore lattiero-caseario gioca un ruolo di primo piano all’interno dell’agricoltura lombarda, ma è particolarmente esposto alle dinamiche globali dei prezzi, dovendosi confrontare con la competizione dei prezzi internazionali e il potere contrattuale degli attori a monte e a valle della filiera Il rischio di mercato riguarda la volatilità dei prezzi agricoli, sia dal lato dei prodotti venduti sia di quelli acquistati, che si traduce nella difficoltà a programmare correttamente gli investimenti e nei rischi per la redditività aziendale. La zootecnia da latte lombarda deve quindi trovare soluzioni nelle singole iniziative aziendali e attraverso una strategia di settore. Come? Puntando a una crescita sostenibile della produzione di latte, salvaguardare i redditi dei produttori, mantenere/migliorare la valorizzazione dei prodotti e rafforzare e razionalizzare le filiere.